Le soddisfazioni e i risultati non arrivano per caso, ma solo dopo grande impegno, duro lavoro e un po di fortuna… si ci vuole anche quella..
Circa due anni fa venimmo contattati da una ditta di Firenze che si occupa di recupero dei metalli preziosi, settore nuovo per noi, di cui conoscevamo l’esistenza ma per il quale non avevamo mai lavorato in maniera diretta con i nostri impianti.
Fissiamo un appuntamento con il cliente presso la loro sede a Firenze, con l’obiettivo di per comprendere meglio le sue esigenze e visionare personalmente una realtà inserita in questo settore che per noi era una novità.
Chiaramente nel corso delle telefonate preliminari alcuni aspetti rimanevano difficili da comprendere e solo vedendoli di persona ci si sarebbe potuti rendere conto delle reali esigenze e degli standard che ogni settore specifico fissa in funzione delle normative e nel rispetto delle lavorazioni che vengono realizzate.
Più nello specifico questa Azienda si occupa del recupero dei metalli preziosi provenienti da scarti di lavorazione delle industrie orafe, dell’alta moda, ma anche e soprattutto di catalizzatori esausti utilizzati dalle industrie farmaceutiche.
Un mondo apparentemente lontano dal nostro in cui l’attenzione per il microscopico elemento è fondamentale, a differenza delle realtà per cui normalmente progettiamo e realizziamo impianti dove si parla di tonnellate di materiale metallico. Mentre qui i riflettori sono puntati sul grammo e sul non perdere nemmeno una singola pagliuzza di materiale prezioso.
Il titolare e il direttore dello stabilimento ci accolgono con grande gentilezza e ci portano a visitare l’intero reparto produttivo, illustrandoci i processi, le lavorazioni e tutte le problematiche legate a questa tipologia di separazione di materiali.
Contestualmente ci manifestano le loro esigenze e le loro idee di come voler ampliare la produzione, iniziando parlarci della tecnologia che avevano pensato di utilizzare per i nuovi impianti per il recupero dei metalli preziosi di cui avevano bisogno.
Inizialmente così non riusciamo capire perché ci avessero contattato, sembrava in effetti tutto già definito e molto semplice, non c’era nulla da inventare, era tutto calcolato in modo molto preciso, rimaniamo di conseguenza un pò stupiti e sorpresi da questa cosa, tuttavia continuiamo ascoltare le loro idee di progetto per cercare di comprendere meglio.
Il tempo passa in fretta e giunge il momento di rientrare, una giornata sicuramente molto interessante, ma tutte queste nozioni nuove, idee, tecnologie e certezze ci avevano un po’ ipnotizzato e alla fine sembrava incredibile ma non avevamo capito in concreto cosa avremmo potuto fare per loro.
Come in tante occasioni, si deve lasciare il tempo alla mente di elaborare le nozioni per iniziare poi a porsi delle domande a cui rispondere, e nei giorni successivi iniziano ad uscire tutti questi spunti ed il progetto inizia ad essere più chiaro e comprensibile anche per noi.
Tutto quello che ci avevano spiegato era molto bello ma… impossibile da realizzare. Si proprio così, in particolare una delle macchine (un forno) non poteva essere realizzato in quel modo con quella particolare tecnologia richiesta poiché avrebbe potuto innescare un’esplosione con conseguenze imprevedibili nel nella filiera del processo produttivo.
Chiaramente non è stato semplice spiegare quest’ aspetto ad un potenziale cliente, ed ammettere che tutte le sue certezze a noi generavano solo grandi dubbi e ci portavano alla conclusione che era estremamente difficile e complesso realizzare ciò che ci stavano chiedendo.
Rapporto di conoscenza lavorativa quindi iniziato non benissimo, peggio non poteva andare, se poi aggiungiamo che la macchina in questione (il forno) era in costruzione e quasi finito la tensione era abbastanza alta, ma alla fine ci consolava il fatto di essere solo spettatori di una storia che in quel momento non ci apparteneva. Di certo non ci avrebbero affidato alcun lavoro, ma visto che c’era una alta probabilità di esplosione era nostro dovere avvisarli di ciò e consigliarli di cambiare strada non installando il nuovo forno che era ormai pronto.
Assieme a questo consiglio abbiamo anche fornito il contatto di uno dei massimi esponenti in normativa Atex ambienti esplosivi, suggerendo di effettuare una verifica per valutare assieme a lui quella che fosse la nostra tesi.
Per vari motivi tra cui la riservatezza non possiamo descrivere il processo produttivo e impiantistico legato al recupero di questi metalli, per cui facciamo un salto temporale arrivando alla fine di questa esperienza, che è partita in modo davvero particolare ma si è poi evoluta ed è diventata una vicenda positiva e anche particolare da raccontare, dove la cosa più bella è la fiducia che si è instaurata tra noi ed il cliente.
Il cliente alla fine ha compreso che i nostri dubbi e le nostre perplessità erano fondate, e anche se scomodo e difficile da accettare, abbiamo comunque esposto una nostra idea di realizzazione di processo produttivo che andava all’opposto della sua.
Questa esperienza si conclude con un risvolto inaspettato. Il cliente infatti alla fine ha accolto la nostra tesi, ed il rapporto di lavoro si è ufficializzato con la progettazione e la realizzazione di un nuovo impianto per il recupero dei metalli preziosi.
Con sincerità, e nell’interesse del cliente, abbiamo fatto quello che era giusto fare, e siamo stati ricompensati con una collaborazione continuativa che ad oggi è ancora viva, realizzando così tre nuovi impianti e sostituendone uno vecchio con uno nuovo di nostra realizzazione.
Inutile dire che la fortuna serve, ma da sola non ci avrebbe portato a fare quello che è stato fatto. La serietà il lavoro e l’impegno costante tutti i giorni ha fatto tutto il resto.