IMPIANTI DI RICICLAGGIO

COSA SIGNIFICA RICICLAGGIO DEI MATERIALI

Il Riciclaggio dei rifiuti è quel processo che permette di recuperare e riutilizzare un materiale che nella sua fase finale di vita si presenta come uno scarto. Letteralmente significa quindi renderlo di nuovo utilizzabile.

Si può dare una nuova vita ad un qualcosa che è stato usato, scartato ed ora, tramite il recupero o il riciclo, può diventare di nuovo utile per altre attività o nuovi sottoprodotti.

La gestione corretta dei rifiuti è un tema ad oggi sempre più sentito, poiché si è appreso che gestire in maniera consapevole il rifiuto può portare grandi benefici in termini di ecosostenibilità.

Il riciclaggio di rifiuti si inserisce quindi in un contesto contemporaneo dove il recupero dei materiali, che prima erano di solo scarto, diventa un’operazione sempre più comune in tutto il mondo, per fare in modo di dar vita a nuovi prodotti che, fino a qualche anno fa, neanche si potevano immaginare.

Questo concetto è davvero straordinario, perché va contro le leggi della vita animata degli esseri viventi e cioè fare rinascere qualcosa che verrà riutilizzato… Pazzesco…

Ma come è possibile realizzare questo concetto di riciclo dei rifiuti ed applicarlo alla realtà dei materiali che ogni giorno usiamo, magari in una sola occasione e poi buttiamo?

La cosa in realtà non è cosi semplice e scontata come potrebbe sembrare e riguarda tanti aspetti legati al materiale stesso, al suo utilizzo e a come gli oggetti sono realizzati.

Sempre più spesso si fa caso e ci si chiede come siano realizzati certi oggetti e a cosa servano; uno dei punti di partenza è proprio questo: la nascita di un oggetto.

Fino a pochi anni fa un oggetto veniva realizzato per svolgere un compito; qualunque esso fosse doveva essere semplice, funzionale ed avere il miglior rapporto qualità prezzo, senza soffermarsi troppo su quello che poteva essere la vita futura, nell’ottica del recupero o riciclaggio dello stesso.

Trascurare l’importantissimo aspetto del riciclo del rifiuto per anni ha portato a saturare discariche e impianti di smaltimento che, molto spesso, si trovano a gestire materiali che purtroppo, per come sono nati, sono difficilmente recuperabili.

Questo ci fa capire che, se analizziamo in modo globale la situazione, ci rendiamo conto che tantissime cose che utilizziamo tutti i giorni potrebbero essere realizzate con materiali più compatibili e più facilmente separabili in un’ottica di recupero molto più estesa.

Solamente negli ultimi anni, come abbiamo accennato sopra, si sono viste campagne di sensibilizzazione in questa direzione che poi si sono concretizzate anche in azioni reali di cambio di strategia produttiva più eco friendly ,utilizzando materiali che sono più compatibili ad una economia circolare che si basa sul principio del recupero.

Prima di entrare nello specifico del percorso che ogni materiale compie, è giusto specificare che alcuni materiali sono riciclabili, rigenerabili e potranno quindi sempre tornare a ridiventare lo stesso materiale iniziale. Pensiamo ad esempio all’alluminio, al vetro, ai metalli in generale.

Altri materiali invece possono essere riciclati, ma non torneranno mai più allo stato iniziale e saranno recuperati come sotto prodotti, ad esempio la carta, il legno e tanti altri di altro genere.

Per cui diciamo che si possono individuare due macro famiglie: quella dei materiali riciclabili che mantengono le proprie caratteristiche e quella dei materiali riciclabili che generano sotto prodotti o prodotti differenti.

 

 

RICICLAGGIO DEI MATERIALI: IL PROCESSO PARTE DALLA RACCOLTA.

Tutti i materiali e gli oggetti che ogni giorno utilizziamo prima o poi diventeranno un rifiuto, uno scarto e saranno soggetti alla fase fondamentale di raccolta, in seguito alla quale verranno poi destinati ai diversi trattamenti in base alla tipologia di rifiuto e di recupero applicabile.

La differenza principale tra la raccolta differenziata e quella indifferenziata è legata al principio di ecosostenibilità ambientale relativamente all’ attività di riciclaggio; mentre la raccolta differenziata permette di realizzare un recupero parziale di alcune materie prime che costituiscono il rifiuto, quella indifferenziata non permette alcuna tipologia di recupero dei materiali.

Nel 2005 la Commissione europea ha avviato il processo di riforma della disciplina sui rifiuti, che ha portato alla Direttiva 2008/98/CE e nel 2014 al Regolamento 2014/955/UE.
L’Unione Europea ha contribuito a definire un quadro giuridico volto a controllare tutto il ciclo dei rifiuti, dalla produzione allo smaltimento, ponendo particolare attenzione alle attività di 
recupero e di riciclaggio.

All’interno di questo quadro é stato individuato un principio per determinare il grado di priorità che deve essere attribuito alle varie fasi che gravitano attorno all’attività dello smaltimento dei rifiuti.
Il livello di priorità è determinato sulla base della sostenibilità ambientale dei trattamenti, che sono individuati come i seguenti:

a) prevenzione
b) preparazione per il riutilizzo/riuso
c) riciclo
d) recupero di altro tipo, per esempio il recupero di energia
e) smaltimento

La fase di prevenzione ha una grandissima importanza e deve essere attuata favorendo la riduzione della produzione e della pericolosità dei rifiuti contribuendo a facilitarne il riutilizzo, il riciclo e le altre operazioni di recupero. Lo smaltimento in discarica corrisponde all’ultimo gradino di questa scala ed è concepito come opzione finale che deve essere destinata all’obiettivo di azzerarsi nel tempo.

Conoscere le modalità e le tipologie di materiali che possono essere soggetti alle pratiche di riciclaggio è di fondamentale importanza. E’ altresì importante porre in essere tutte le pratiche per favorire il processo di prevenzione da adottare in materia di riciclaggio dei rifiuti.
E’ fondamentale pertanto realizzare dei cambiamenti a livello comportamentale, sia a livello del singolo individuo, sia a livello di gruppo di persone.
Sono tanti i gesti che si possono compiere quotidianamente a livello individuale per prevenire la produzione di rifiuti come per esempio:

  • comprare oggetti resistenti e non usa e getta
  • preferire i prodotti con poco imballaggio o comunque con imballaggi facili da differenziare
  • evitare le shopper usa e getta preferendo borse riutilizzabili
  • preferire prodotti ricaricabili, ad esempio i detersivi alla spina ormai presenti in tanti negozi
  • bere l’acqua del rubinetto invece di quella in bottiglia
  • riutilizzare gli scarti organici facendo il compostaggio
  • non usare fazzoletti o tovaglioli in carta

Il cambiamento necessario per adottare la serie di comportamenti votati alla prevenzione sull’accumulo dei rifiuti non riguarda esclusivamente i singoli utenti ma anche le piccole, medie e grandi compagnie commerciali.

 

RECUPERO E RICICLAGGIO DEI MATERIALI: IL RUOLO DI GHIRARDUZZI SRL

Materiali che mantengono le proprie caratteristiche iniziali

Proprio in questo settore la Ditta Ghiraduzzi opera da diversi anni ed essendo legata al mondo dell’ ecologia ambientale ed al trattamento ed alla depurazione dell’aria, è spesso a stretto contatto con realtà industriali che producono materie prime o semilavorati.

La produzione dei metalli a livello europeo è un ottimo esempio di economia circolare legata al mondo del recupero e del riciclaggio.

Infatti la produzione di metalli ad oggi è basata fondamentalmente sulla rifusione di rottami e scarti di lavorazioni industriali. Sono pochissime le realtà produttive legate alla produzione di metalli che utilizzano il minerale come materiale di partenza per le loro lavorazioni.

Questo perchè non sempre a livello geografico c’è presenza di minerale nei territori; inoltre le miniere sono diventate ormai ricordi di un’economia antica che oggi non è più gestibile né tanto meno conveniente.

Altro aspetto fondamentale è il costo energetico necessario per arrivare ad ottenere la materia prima partendo da minerale, enormemente superiore e con un impatto ambientale devastante per il territorio.

Tutto questo ha portato i paesi più industrializzati a sviluppare un sistema di recupero e riciclo che per alcuni materiali, come i metalli, è sempre esistito.

La differenza tra il presente ed il passato è la tecnologia che ha portato ad ottenere risultati in termine di resa e qualità enormemente superiori a quello che poteva essere in passato.

In parole molto semplici una volta si recuperavano solo le cose più facili da recuperare, oggi ci si spinge al recupero estremo cercando di ricavare il massimo in termini di resa ma anche di qualità.

Entrando più nello specifico di questo mondo si può dire che la più grande risorsa di metalli proviene dalle automobili e da oggetti e contenitori che ogni giorno utilizziamo.

Questi per quanto possano essere ben separati per tipologia sono fisicamente composti da più parti di differente composizione; spesso presentano unione di plastiche e metalli o altri componenti che “inquinano” il riciclo.

Per questo motivo la maggior parte di questi materiali deve essere frantumata e quindi scomposta in parti più piccole per agevolare la rottura di quelle parti accoppiate che presentano diversi materiali uniti tra loro.

Solo rompendo in piccole parti si riuscirà a liberare i vari materiali tra di loro, in modo che poi possano seguire strade differenti in funzione del loro grado di recuperabilità.

Da questo punto in avanti le varie tecnologie di separazione iniziano a lavorare assieme per ricomporre in tanti piccoli cumuli, divisi per materiale, quello che era il pezzo iniziale.

Più queste tecnologie sono “Buone”, maggiore e migliore sarà il risultato che otterremo.

In questo passaggio possiamo comprendere meglio perché un oggetto debba essere prodotto tenendo conto del suo riciclo: è chiaro che se abbiamo 10 materiali mescolati tra loro la separazione tra di essi è più semplice rispetto ad averne 100.

La Ghirarduzzi opera in questo settore da oltre 40 anni trovandosi ogni giorno di fronte a nuove sfide, seguendo l’unico obbiettivo di migliorare costantemente le proprie tecnologie di separazione in un’ottica di recupero globale.

Chiaramente è evidente che non si è ancora riusciti a recuperare il 100% del materiale suddividendolo in tutti i materiali che lo compongono. Permangono di frequente quantità variabili di materiali ancora inquinati che purtroppo non si è in grado ancora di riuscire a recuperare.

A seguito dei miglioramenti nei processi, negli anni questa percentuale di scarto si abbassa sempre più e ci si augura che in futuro possa raggiungere quantità davvero trascurabili.

Materiali che non mantengono le proprie caratteristiche iniziali generando sottoprodotto o altri prodotti.

Questo è il caso del recupero della carta, del legno e di certe tipologie di plastiche, gomme e di tutti quei prodotti che, una volta rigenerati, non possono più riassumere la stessa funzione che hanno avuto nella loro prima vita.

Questi si differenziano fondamentalmente dai primi non tanto per come possano essere recuperati, ma per l’utilizzo che avranno nella loro nuova vita di prodotti rigenerati. Questo non vuole darne una percezione negativa o attribuirne un minor valore economico.

Molto spesso rientrano in questa categoria prodotti che, a causa delle proprietà fisiche o del processo di rigenerazione e riciclo, non permettono di poter tornare ad essere esattamente lo stesso prodotto.

Questo è il caso del recupero delle plastiche alimentari, della carta, e di tanti altri materiali, che però a volte danno vita a nuovi sottoprodotti molto più nobili di quelli di partenza, come microfibre, nuovi filati tecnici, tessuti industriali ad alte prestazioni.

Quindi alla fine i concetti applicati ai processi sono gli stessi: si adoperano tecnologie differenti per arrivare al risultato, ma l’essenza è dare una nuova vita a qualcosa che non ci è più utile adesso, ma che ci potrà tornare utile domani sotto un altro aspetto o forma, con il fine di risparmiare risorse, evitare rifiuti e inquinamento e trasformare le cose.

Nulla si crea o si distrugge ma tutto si trasforma e si ricicla”.

Può sembrare forse ancora un concetto futuristico, ma si sta facendo davvero tanto in questa direzione e nei prossimi anni arriveremo a livelli di recupero davvero importanti.

Tutto questo va però visto in un’ottica globale di sensibilità dei cittadini, nello studio produttivo degli oggetti, tenendo conto del loro riciclo e seconda vita e nelle nuove e sempre più sofisticate e produttive tecnologie di recupero e separazione dei materiali.

 

IMPIANTI E MACCHINE PER IL RICICLAGGIO

Prima di avviare al processo di riciclo qualsiasi tipologia di materiale è necessario operare una buona vagliatura.

La ditta Ghirarduzzi produce impianti di vagliatura per rifiuti ed altri materiali come : legno, materie plastiche, metalli, compost e tanti altri.

https://www.ghirarduzzi.it/vagli-rotanti/

https://www.ghirarduzzi.it/vagliatura/

Riciclare significa anche separare e arricchire i materiali. La ditta Ghirarduzzi produce diverse tipologie di separatori adatti e funzionali alla separazione per differenza di peso specifico.

Separazione densimetrica con tavola

https://www.ghirarduzzi.it/separazione-densimetrica/

https://www.ghirarduzzi.it/separatori-densimetrici/

Separazione aeraulica gravitazionale

https://www.ghirarduzzi.it/separazione-aeraulica/

https://www.ghirarduzzi.it/separatori-zig-zag/

Arricchimento e separazione metalli

https://www.ghirarduzzi.it/separazione-metalli/

https://www.ghirarduzzi.it/separatori-magnetici/

Separazione granulo gomma e pfu

https://www.ghirarduzzi.it/separazione-pfu-epdm/

Questi sono alcuni esempi di applicazioni sviluppate e collaudate dalla Ditta Ghirarduzzi per riciclare materiali di ogni forma e provenienza. Il nostro progetto di sviluppo permette la possibilità dell’ installazione di diversi impianti pilota attraverso i quali sarà possibile eseguire dei test funzionali direttamente con il proprio materiale.

Contattaci attraverso la compilazione del nostro form contatti, un nostro consulente si metterà subito in contatto con te